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Quercianella

LA STAZIONE
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...dalla Costa Fiorita di Quercianella

a cura di Luigi Ciompi

Edizione Stella del Mare Livorno, 1991

DISGRAZIA MORTALE IN QUERCIANELLA

Un operaio investito da una frana
Sulla linea costruenda Livorno-Vada, poco lungi da Quercianella, ieri sera, mentre alcuni operai lavoravano, si staccò una frana che investì uno di essi.
I compagni di lavoro prestarono all’infelice i loro soccorsi, riuscendo a trarlo di sotto il cumulo di terra che l’aveva investito. Il disgraziato però veniva estratto cadavere. Egli è un giovane di circa 25 anni, di Nebbiaia, certo Maurizio Cantini, manovale.
Sul luogo si recò subito la Misericordia, in attesa dell’autorità per le ricognizioni di legge. Il cadavere è ancora sul luogo senza che si sia potuto da ieri alle ore 15 rimuoverlo.

(da “Gazzetta Livornese” del 16-17 Ottobre 1908)


PER UNA FERMATA IN QUERCIANELLA

Tra le famiglie, anco cospicue, che abitano il ridente villaggio di Quercianella è scoppiata una viva agitazione tendente ad ottenere che, con la nuova linea ferroviaria, di prossima - speriamo! - inaugurazione, sia instituita una semplice fermata (non una stazione) a Quercianella. Giriamo la domanda a chi di ragione: ma osserviamo intanto che su altre linee, per comodo di pochi cacciatori, si sono instituite - ed è stato bene - fermate regolari per località di anche minore importanza. Una fermata a Quercianella non danneggerebbe nessuno, e potrebbe segnare, oltre che l’ esaudimento di un vivissimo desiderio di numerosi popolani e villeggianti, anche il riconoscimento di un giusto diritto. Ne riparleremo.
(da “Gazzetta Livornese” del 5-6 Ottobre 1909)

L’AGITAZIONE PER LA FERMATA IN QUERCIANELLA

Nella bella villa Gower, di cui il cortese proprietario ha confermato ancora una volta l’ospitalità simpatica, ch’è tradizionale in casa Gower, si son riuniti domenica scorsa numerosissimi abitanti di Quercianella, di Nebbiaia, e di paesi circostanti. La radunanza, che aveva per iscopo l’accordo da prendersi intorno all’agitazione scoppiata colà, per ottenere una fermata ferroviaria colla prossima futura linea Livorno-Vada, ha proceduto ordinatissima. Tutti erano convinti della opportunità che la fermata ferroviaria - la quale tanto vantaggio apporterà a quelle popolazioni - si richieda, e insistentemente. E’ stata nominata una Commissione che si recherà dal Prefetto, dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio Provinciale e dai due deputati, per chiedere l’autorevole appoggio loro al fine di decidere la Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato ad accordar la desiderata fermata.
(da “Gazzetta Livornese” del 12-13 Ottobre 1909)

PROSEGUE L’AGITAZIONE PER LA FERMATA IN QUERCIANELLA

Sono venuti a trovarci in redazione alcuni egregi componenti il Comitato d’agitazione per la fermata ferroviaria in Quercianella, per ringraziarci dell’interesse speso per la loro causa e per pregarci di rivolgere vivi ringraziamenti all’illustre nostro Sindaco Comm. Grand Ufficiale Malenchini, che ha speso in pro della fermata l’autorevole sua opera, e per le parole di simpatia da lui avute verso gli abitanti degli ameni paesi vicini. Il Comitato d’agitazione però ci pregava di far notare che esso dissente dal Direttore Generale delle Ferrovie dello Stato, il quale in sostanza ha fatto comprendere che la fermata sarebbe stata concessa se chiesta dopo l’inaugurazione della linea. Il Comitato ci prega di far notare che sarebbe opportuno poter ottenere la fermata, la quale non implica formalità maggiori né maggiori spese, prima dell’andata in esercizio della nuova ferrovia. Occorre, in sostanza, che la fermata sia messa negli orari, prima che gli orari siano pubblicati: dopo, sarebbe forse più difficile che la fermata, la quale è così vivamente desiderata dalle popolazioni di Quercianella e paesi vicini, fosse concessa. Perchè aspettare a dover modificare gli orari, quando, essendo la Direzione Generale scesa nella massima di accordare la fermata, sarebbe così facile stabilire senz’altro la modesta utilissima cosa? Questo domanda il Comitato di agitazione di Quercianella, e per questo chiede 1’aiuto delle autorità cittadine.

(da “Il Telegrafo” del 18 Gennaio 1910)

UNA RISPOSTA PER LA FERMATA A QUERCIANELLA

L’on. Salvatore Orlando, che si è tanto interessato per far ottenere agli abitanti di Quercianella la fermata ferroviaria ch’essi desideravano, ha ricevuto da S.E.Celesia, il sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici, la seguente lettera:
“Onorevole Collega,
Sulla nuova istanza presentata dagli abitanti di Quercianella per l’istituzione di una fermata sulla ferrovia Livorno-Vada, si è pronunziato il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ed in conformità al parere da questo emesso vengono date le occorrenti disposizioni alla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato perché provveda per l’istituzione della fermata in parola.Con distinta stima.
Aff.mo Celesia.”
Contemporaneamente il segretario particolare del Presidente del Consiglio dei Ministri, d’incarico di S.E. Sonnino, scriveva al sig. Alfredo Lami, presidente del Comitato di agitazione in Quercianella informandolo che sono state date dal Ministro dei Lavori Pubblici disposizioni perché sia provveduto all’impianto della fermata a Quercianella.
Così l’agitazione, alla quale abbiamo dato il nostro appoggio meritato, perché si trattava di una causa giusta, ha conseguito lo scopo che s’era prefisso. Il Ministero ha accordato quella fermata che gli interessi degli abitanti di Quercianella e dei paesi limitrofi, reclamavano da tempo. Nel compiacerci col benemerito Comitato di agitazione per la ottenuta vittoria rivolgiamo per loro preghiera ed in loro nome un ringraziamento ai deputati del 1° e del 2° nostro collegio, al Sindaco, a tutte le altre nostre autorità, che tanto si sono prestate perché il Ministero concedesse quella fermata che tutti desideravano.

( da “Il Telegrafo” del 22 Marzo 1910)

SI VUOL TOGLIERE LA STAZIONE AD UN LUOGO DI BAGNATURA?

Le paure di Quercianella. Una cosa impossibile. I diritti della provincia di Livorno.

Habent sua fata libelli... ma anche gli uomini, senza alcun dubbio! Esco ieri da una polemica ferroviaria o tramviaria, che dir si voglia, ed oggi mi trovo di fronte, ancora una volta, a qualcosa di simile! I lettori della Nazione hanno diritto ch’io spieghi loro, sommariamente, perchè debba di nuovo occuparmi d’una questione che esula tanto dal campo delle mie modeste fatiche... Egli è che, stavolta, mi capita un caso tipico, tutto Italiano, anzi Toscano, e non posso fare a meno d’additarlo alla meraviglia degli stupefatti contemporanei! E il caso è questo: mi reco a Livorno, da Livorno, visto il bel tempo, vo a Quercianella che è un delizioso piccolo golfo sul Tirreno azzurro, un nido di sole e di delizie, una serra di fiori e di tepori, per riposarmi e godere il tanto decantato “oblio”...
Scendo, naturalmente, alla stazione di Quercianella, la quale consta di parecchie case fra le quali noto degli ospizi, due chiese, una casa di suore di carità, un bello stabilimento balneario, una scuola comunale, un ufficio postale, un osservatorio meteorologico, delle pensioni, uno spaccio, due o tre trattorie, nonchè una importante cava di materiale da cementeria. Appena arrivato (di questa stagione la bagnatura, si sa, è deserta) son fatto segno a viva curiosità; un amico spinge la voce che c’è un “giornalista” in paese, ed io penso, tutto contento, d’avere un aspetto così interessante che giustifichi il mio insediamento a Quercianella con ingresso a pagamento per vedermi, ribassi ferroviari e forti sconti ai pellegrini di Montenero... insomma immagino di aver fatto la mia fortuna... Ma nossignori! Tutto il campo è stato messo a rumore, tutto l’interesse si è ridestato, solo perchè io ho un a penna che scrive, bene o male, e la Nazione che diligentemente pubblica quello che scrivo... Ora alcuni maggiorenti Quercianellesi desiderano farmi noto che si vuoi loro portar via proprio la stazione ferroviaria!
Rimango di stucco.
- Ma perchè?
- Per trasportarla vicino a Campolecciano.
- Ma cosa c’è a Campolecciano?
- Nulla per ora.
- E allora siete pazzi!
- Matto sarà lei e se non ci crede venga a vedere. Sono le due del pomeriggio, fa un caldo birbone e io domando se si può andar per mare.
- Un urlo d’entusiasmo mi risponde: e io salgo con i miei amici in una barchetta che s’avvia, ballonzolando placida, sul Tirreno in bonaccia.
- Vede? quella è la spiaggia!
- Benone; ma per ora c’è la spiaggia soltanto. E sbarchiamo. Vedo subito diverse ragazze intente al lavoro di una scarpata.
- Vede? queste ragazze sono Nibbiaiche e Gabbriziane...
- Come ha detto, scusi?
- Sono della cura di Nibbiaia, un paese come quelli di Gabbro, di Castelnuovo della Misericordia, paesi circonvicini, e per i quali s’invoca lo spostamento della stazione...
- Ah! e quanto distano questi paesi circonvicini? - Dai sei ai quattordici chilometri...
- Salute! Dimmi, bella ragazza, ti farebbe comodo la stazione a Quercianella, oppure a Campolecciano?
- Ma per me è la stessa distanza; capirà quando siamo scesi di lassù... però, specie dovendo andare a Livorno, è più comoda a Quercianella...
- Ho bell’e inteso!
E mi avvio verso il paesetto tutto bianco fra il cupo dei boschetti accesi qua e là da zampilli
iridescenti di fiori smaglianti.
Per la strada rassicuro i miei compagni:
- Siete Livornesi, e credete possibile che un’ altra provincia vi porti via la stazione? Se fosse necessario, lo capirei; ma è logico che il Comune di Livorno stia zitto a vedersi rovinare un paesino che promette di diventare una cittadella, uno sfogo maggiore del suo commercio, una passeggiata amena dei bagnanti di città, un posto di quiete per gli stessi Livornesi? E vi rivolgete a me, Fiorentino? Ma io son certo che gli onorevoli Cassuto ed Orlando non permetteranno una simile enormità, che il comm. Bianchi farà una risata a çhi gli proponga delle burlette consimili...
- Ma badi, la stazione deve essere spostata...
- Diamine! ma fin dove è tecnicamente necessario, non così fuori dell’abitato e della provincia! Sarebbe assurdo!

- E’ quel che diciamo anche noi...
- E poi, o non avete anche per vicino, graditissimo, l’onorevole barone Sidney Sonnino di cui vedo qui, l’arcigno castello del Romito, di cui è vietato l’ingresso a tutti, anche ai più intimi, da dipendenti gelosi e zelanti, sicchè ho ragion di credere che sia la dimora prediletta dell’illustre parlamentare? Rivolgetevi anche a lui; vi pare che Egli possa permettere uno spregio simile, una simile birbonata alla sua e alla vostra diletta Quercianella?
- Ma le assicuriamo che già si parla della stazione al di là della provincia di Livorno come di un fatto compiuto.
- E impossibile. Ammetto che vi spostino la stazione verso il torrente Chioma per quanto sia possibile tecnicamente, non che le facciano oltrepassare il confine Livornese. Questo limite non può essere oltrepassato De jure. Ad ogni modo agitatevi, fate appello alla stampa onesta, e poi rivolgetevi ai vostri onorevoli che sono eletti apposta per tutelare gl’interessi della vostra e non d’altre province.
- E quello che pensavamo anche noi...
- Ma è naturale! vedrete che tutto andrà bene e coi suoi propri piedi perchè sarebbe ridicolo, assurdo e pazzesco che, per esempio, un impresario proponesse di levare il Politeama Fiorentino dal Corso Regina Elena per trasportarlo in cima a Monte Morello colla scusa che un giorno lassù potrebbe esser costruita una stazione climatica con funicolare!
A questo punto un simpatico operaio il quale s’era accostato, come suol farsi, al nostro gruppo che discuteva così animatamente, mi interruppe e mi disse:
- Giacché lei ha parlato del Romito, ha veduto cosa c’è vicino al castello?
E, poi che strada facendo eravamo ritornati in Quercianella, il bravo operaio mi additava un vicino monte tutto rivestito di lecci e di pini traverso ai quali correvano in su e in giù rapide e snelle le carrette di una funicolare, mentre si alternavano sorde e profonde rombe come di materiali pesanti scaricati dall’ alto.
- Bene. E cos’è quello?
- Ora glielo spiego. Quella è una cava di pietrame che dà lavoro a una quantità notevolissima di operai. Quel pietrame vien trasportato, per mare, alla Cementeria Italiana a Livorno, per un quantitativo di “40,000” tonnellate all’anno. Naturalmente tale servizio marittimo viene eseguito con interruzioni, a seconda delle condizioni del mare, mentre per ferrovia, purchè la stazione sia fatta al di qua del torrente Chioma, con una nuova funicolare potrebbe essere portato giornalmente a Livorno, e così non si avrebbero soste nel lavoro, come tante volte avviene quando i depositi sono pieni e la cava si ferma. Lei m’insegna, se la stazione merci fosse prossima alla cava stessa, l’utile che ne deriverebbe ai nostri operai, a Livorno, alla cementeria...
- Ma quello che mi dite tronca la testa al toro, mi pare; com’è possibile che le autorità tutorie abbiano così poco senso comune da togliere la vita ai vivi per darla, non certo ai morti, ma, per lo meno, a chi non è nato ancora?
- Ecco, lei dice benone; ma le assicuriamo che si ragiona proprio sul serio di commettere questa enormità.
Li rassicurai ancora; ma in cuor mio il dubbio che, sotto quei timori dei buoni Quercianellesi ci fosse qualcosa di vero, cominciava a farsi strada; perchè ormai, in Italia, in generale, e in Toscana in particolare, una triste esperienza mi ha abituato a qualunque sorpresa.
In ogni modo è necessario, mi pare, che il Comune, la Provincia e i deputati di Livorno aiutino questa laboriosa popolazione alla quale è destinato un fulgidissimo avvenire.
Quercianella è una gemma Tirrena che forma un meraviglioso pendant con Castiglioncello a cui è collegata dalla costa che corre fra il torrente Chioma e Campolecciano.
Anche questa costa si popolerà di case civettuole a specchio del mare che tosa colle sue
invisibili forbici i boschetti che si arrampicano fra le scogliere dirupate di quella pittoresca ripa selvaggia, ma intanto urge provvedere al benessere d’un paese grosso, popoloso, già adulto, e che manca di essenziali comodità quali il telegrafo e la stazione
merci-viaggiatori. Le ragioni che militerebbero a favore del trasporto della stazione in parola in provincia di Pisa sono puerili. Là è la stazione, celebre, di Castiglioncello e verso il torrente Chioma è, per ora, il deserto; qua, dal Romito al torrente Chioma, abbiamo una stazione climatica che diventerà di prim’ordine col grande albergo che vi sarà eretto, con tutti i miglioramenti grandiosi che sono in via d'esecuzione.
Qui abbiamo numerosi abitanti, bagnanti; proprietari di pensioni, fabbriche costruite, che aspettano dalla provincia di cui sono giurisdizione, l’aiuto che porti Quercianella a diventare, con Castiglioncello, il secondo magnifico gioiello aggiunto alla collana di cui s’ingemma Livorno.
Quercianella, che gode i rari privilegi di una intimità, d’una quiete, d’una insuperabile bellezza di luoghi non inferiori ai più reputati della riviera Ligure; Quercianella che la natura ha fornita in guisa di golfo tranquillo, riparato dai venti e dai calori eccessivi, civettuola sopra un concavo specchio azzurro dove il mare dolcemente si adagia e dove, nel fitto misterioso dei boschetti tutti fiori e tutti profumi, gli usignoli romantici cantano nel Plenilunio scintillante le loro più belle canzoni d amore.
Da Quercianella, Maggio.
Ferdinando Paolieri
(da “La Nazione” del 21 maggio 1913)

PER LA STAZIONE DI QUERCIANELLA

Riportiamo volentieri questi periodi tolti dalla Gazzetta Livornese del 24-25 Maggio corrente e dal Telegrafo del 26.
I diffusi giornali Livornesi citandoci cortesemente ci procuran la soddisfazione di una piena concordia di concetti intorno ad una causa interessante la provincia di Livorno, segno certo che la questione che sosteniamo è giusta. I lettori potranno persuadersene scorrendo questo simpatico e leale articolo dove son messe a posto i fatti e le responsabilità equamente distribuite. Anche il Corriere Livornese è con noi; e non si limitò a citarci, ma riprodusse per intero l’articolo scritto da F. Paolieri intorno alla Stazione di Quercianella. La “Nazione” del 21 corrente pubblica un articolo intitolato: “Si vuol togliere la stazione ad un luogo di bagnatura? - Le paure di Quercianella- Una cosa impossibile - I diritti della provincia di Livorno” .
L’articolo dell’autorevole giornale fiorentino, dimostra che sarebbe semplicemente assurdo, illogico, iniquo il pensare - anche il pensare solamente - a togliere la stazione da Quercianella, che è un fiorentissimo villaggio ove fanno capo 40.000 tonnellate all’ anno di materiale da cementeria che suole essere trasportato a Livorno, per farla sorgere dove - per ora - non esistono che boschi e spiaggia disabitata.
L’articolo stesso chiude coll’affermare come non vi sia da dubitare un momento sull’ energica e pronta azione delle autorità provinciali e comunali, del senatore, dei deputati, di tutti quelli che debbono avere a cuore gl’interessi - troppe volte calpestati - di Livorno nostra, intesa a impedire anche il semplice tentativo di una enormità che per mille ragioni, nessuna frase - per rovente che fosse sarebbe di troppo vivace deplorazione.
Ebbene ci è grato l’affermare che le autorità livornesi non dormono e sono decise a difendere a dovere i diritti della Provincia e del Comune. Infatti la on. Deputazione provinciale ha già rinnovato i suoi passi “pro stazione di Quercianella”, e nuove deliberazioni - crediamo - adotterà nella sua prossima tornata; il Sindaco telegrafò, or sono già molti giorni a S.E. il Ministro dei LL. PP., rendendosi interprete dei giusti voleri del popolo quercianellese; il Consiglio comunale nella sua adunanza di lunedì ultimo scorso, su la proposta del consigliere cav. Vespignani, emise, unanime, un voto solenne a proposito della questione e volle fosse telegraficamente trasmesso al Governo; l’on. senatore conte De Lardarel ha promesso tutto il suo appoggio ed ha iniziato l’opera sua; l’on. avv. Dario Cassuto, deputato del primo collegio, rispondendo a una Commissione di abitanti di Quercianella, ha assicurato di aver già fatto le più vive premure presso il Ministro dei Lavori Pubblici affinchè la nuova stazione sorga - come è giusto, logico, equo - in territorio livornese, ed ha promesso di dar tutto se stesso al trionfo della buona causa; l’on. Callaini autorevole deputato di Colle d’Elsa che per Livorno, ove trascorre buona parte dell’anno, ha molte vive simpatie - ha reso noto di aver fatto e di fare tutto quanto sta in lui a beneficio di Quercianella; l’on. Salvatore Orlando, deputato del secondo collegio, ha comunicato di aver preso atto del telegramma inviatogli dai quercianellesi il 17 corrente e di riservarsi lo studio della questione. Come si vede, la minacciata ingiustizia ha mosso tutti quanti debbono proteggere - per i loro uffici - i sacrosanti interessi di Livorno; e non dubitiamo un momento che anche l’azione, sempre autorevole e gagliarda, del rappresentante del secondo collegio, si svolgerà tra breve, a beneficio di una importante, simpatica e cara frazione del Comune nostro, che conta una popolazione numerosa e buona, esemplarmente operosa, degna d’incoraggiamento e non di trovare inciampi ed ostacoli al libero svolgersi di quelle energie che ha saputo mettere in evidenza e che ognuno riconosce e loda. Giustizia sarà fatta. Livorno non ha più nessuna voglia di lasciarsi sopraffare. D’altra parte - a quanto ci consta -le autorità governative dalle quali dipende la soluzione del problema, avrebbero già compresa tutta l’assurdità del disegno di una stazione ferroviaria al di là del torrente Chioma, a breve distanza da quella di Castiglioncello, in località per ora nuda e brulla; le autorità governative avrebbero compresa tutta l’antipatia di una decisione che togliesse a Quercianella ciò che - in sostanza - Quercianella ha di già e che ogni giorno di più si dimostra cosa utile e bene intesa. Quercianella è l’estremo limite della Provincia di Livorno; Quercianella vede sorgere ogni giorno nuove ville, nuovi alberghi, nuove costruzioni; Quercianella ha bisogno di uno scalo di merci oltre che di una stazione per viaggiatori: a Quercianella non può e non deve negarsi ciò che ha diritto di avere e ciò che - del resto - la direzione delle Ferrovie di Stato aveva già pensato di assegnarle. Non si venga fuori con speciosi motivi; non si dica che la stazione deve sorgere al di là del torrente Chioma nell’interesse di Nibbiaia, del Gabbro, di Castelnuovo della Misericordia; se questo si vorrà sostenere, dimostreremo che si sostiene l’assurdo e l’ingiusto: e la dimostrazione non riuscirà difficile.

(da “La Nazione” del 28 maggio 1913)

QUESTIONI LIVORNESI
LA STAZIONE DI QUERCIANELLA

Livorno 24 Giugno
-Siamo lieti che la nostra nutrita campagna pro-stazione di Quercianella, campagna condotta all’unisono con tutti e tre i giornali quotidiani di Livorno, abbia sortito l’esito desiderato.
La stazione di Quercianella, il ridente golfo dove sorge ora una deliziosa stazione climatica di bagnature, non sarà spostata, come s’era tentato da parte di alcuni interessati, oltre il torrente Chioma; essa rimarrà, cioè, in provincia di Livorno. Il Telegrafo del 23 giugno corrente scrive: “Il presidente della nostra Deputazione provinciale, ha ricevuto notizia dalla direzione generale delle Ferrovie statali che –in accoglimento delle domande al riguardo- la nuova stazione di Quercianella sarà costruita in territorio della provincia livornese”.
E il Corriere di Livorno della stessa data: “Il Direttore generale delle Ferrovie dello Stato interpellato dal Presidente della nostra Deputazione Provinciale Comm. Avv. Amilcare Galeotti ha risposto assicurando che la nuova stazione di Quercianella sorgerà nel territorio della Provincia di Livorno in prossimità dell’attuale fermata”. Inoltre lo stesso Direttore delle FF. di Stato Comm.Bianchi ha comunicato agli onorevoli Sonnino e Callaini che, esaminata la domanda degli abitanti di Quercianella relativa alla località dove dovrebbe sorgere la nuova stazione “si è riconosciuta l’opportunità di ubicare detta stazione a poca distanza dall’attuale fermata omonima”. L’on.Sonnino si affrettava a rimettere la lettera del Comm.Bianchi al sig.Alfredo nobil Lami e l’on. Callaini al sig.Giovan Battista Paolieri i quali, alla loro volta, informavano della lieta notizia la popolazione di Quercianella i cui abitanti grati agli onorevoli Sonnino e Callaini, Orlando,Cassuto, al Consiglio Provinciale e Comunale di Livorno, ai tre giornali di Livorno e alla Nazione che entrò risolutamente nella onesta campagna, porgono a mio mezzo, pubblici ringraziamenti a quanti si prestarono e coadiuvarono la riuscita della cosa. Colla nuova Stazione,Quercianella acquista un’importanza di prim’ordine ed ottimi pure saranno gli effetti commerciali per la città di Livorno industriosa e fiorente ora come non mai.

(da “La Nazione” del 26 Giugno 1913)

IL CUORE DELLA COSTA AZZURRA (Quercianella)

Quercianella, giugno.
Sono a Quercianella: in un incanto di verde e di azzurro, dove l’azzurro del mare e del cielo e, all’alba e al tramonto, l’azzurro velato de’monti è il trionfatore superbo in questa gamma scintillante, meravigliosa di colori, di toni, di sfumature.
Quercianella può dirsi la Fata Turchina, la bella fata, che da bimbi conoscemmo, vestita di cielo e di mare; può dirsi un lembo di Paradiso, concesso dal buon Dio in saggio a questa umana gente affaticata.
Quercianella sta aperta e libera però, non soffocata, quasi ai piedi del castello turrito del Romito, che sorge, su, sopra un enorme scoglio, cadente a picco sul mare.
Mi ricordo una diecina d’anni fa non v’era che un piccolo gruppo di case e una osteria sulla via del Littorale. La bella spianata era deserta di case, verde di boschi, di prati, di campi. Tre anni or sono ripassai - inaugurando per mio conto la nuova ferrovia - e trovai già trasformata la ridentissima spiaggia e vidi già biancheggiare qualche villino civettuolo sulla amena spianata dietro i pini della costa tutti scontorti e fiaccati dall’eterna lotta senza quartiere del libeccio potente e oggi e ormai per la vita inchinati riverenti alla maestà del mare. Mi ero spinto fino a Castiglioncello che era nato quasi all’improvviso e era cresciuto gagliardo, tutto audace nella sua giovinezza. Avevo ammirato l’incanto stupendo di questa costa cinta di mare, di cielo, di boschi ed avevo dato al paesaggio suggestivo e pittoresco un nome che la mia fantasia strana seppe concepire, un nome che racchiudesse in sé la sua caratteristica più poetica, questo: la Costa Azzurra Toscana. Son lieto di vedere oggi che il nome ha attecchito e che comprende con generosità tutta la costa frastagliata che dal Boccale si snoda per Calafuria, per il Romito, Quercianella, Chioma, Fortullino, Castiglioncello ritraendosi timorosa, avanzandosi audace, formante seni deliziosi e promontori incantevoli. Giorni or sono ero a Livorno; la stampa livornese si occupava largamente di Quercianella come già La Nazione se n’era occupata. Mi sembrava un sogno che Quercianella destasse tante preoccupazioni e tanto interessamento. Eran pochissime case - quattro, cinque non di più - sparse su quel declivio verdissimo, che apparivano candide come pecore al pascolo, occhieggiando fra i pini e i lecci. Potevano essere tanto aumentate in così pochi anni di vita? Certo che si, se per i loro diritti si erano messe in moto le autorità e la stampa. E un vivissimo desiderio di rivedere più adulta Quercianella mi spinse fino a lei con un senso di curiosità e di interessamento indefinibili, ma, commisti e vigorosi. Ma che cosa avrei potuto fare io così meschino e così anonimo a vantaggio di quella popolazione e di quel simpatico villaggio? Nulla certamente. Ma non importa: andai e sentii che non era soltanto in me la solita curiosità...
Mi pareva d’esser diventato Don Chisciotte, il paladino d’una bella dama...

* * *

Sono a Quercianella. Non la riconosco. É cambiata in un modo inverosimile. É più grande, più vispa, più carina, più elegante: ha un aspetto di dolcezza e di pace da stupire.
Ha la solita veste di broccato verde-azzurro cangiante con qualche fiore candido in più: ma a guardarla bene i fiori aumentano a vista d’occhio. Sono tanti! E anche raffinata nel gusto e semplice al tempo stesso e birichina: ha fiorito la sua veste così originalmente! Figuratevi che un ordine c’è ma non si vede. Pur nonostante non si vede neanche un disordine. La stazione ferroviaria è proprio accanto ad un’ passaggio a livello. E attraversa la bianca via provinciale serpeggiante. La stazione è provvisoria. Ed è appunto la stazione che tiene in ansia gli abitanti di Quercianella. Non starò a ripeteivi quello che è già stato detto a questo proposito. Soltanto credo di avere diritto di dire la mia opinione. La stazione di Quercianella deve diventare una vera stazione definitiva - oggi è una semplice fermata - e col doppio e naturale scalo di merci e viaggiatori. Sembra che si sia minacciato di spostarla verso Castiglioncello tanto da venire ad essere costruita in provincia di Pisa anzichè in quella di Livorno. Il confine è al torrente Chioma. Le autorità livornesi hanno già fatto quei passi necessari per scongiurare il pericolo e siamo sicuri che le richieste legittime di Quercianella saranno ascoltate... anche più in alto. Credo che i timori dei Quercianellesi siano infondati, perchè altrimenti si verrebbe ad ammettere l’impossibile. Infatti - fino a prova contraria - le stazioni hanno uno scopo. Quale sia tutti lo sanno. Soltanto qualcuno finge di non saperlo. Ma Quercianella - scrive un illustre scienziato, che ha avuto sempre per il grazioso villaggio una cura affettuosa - avrà per forza delle cose la sua stazione e l’avrà un po’ spostata di alcune centinaia di metri dall’attuale per ragioni tecniche, ma l’avrà perchè il suo diritto è acquisito e intangibile. Le spetta per la sua posizione di precedenza; la stazione esiste per ragioni di fatto ed oggi con maggior giustezza le si deve riconoscere. Quercianella non può perdere ciò che legittimamente ha ottenuto, anzi ciò che le fu dato appunto per lo stato naturale delle coste - e se si considera poi il suo rapido sviluppo - ciò che necessariamente oggi deve mantenere. In altre parole se Quercianella composta di poche case fu creduta meritevole di una fermata, perchè oggi ch’essa si è moltiplicata deve vedersi portar via anche quel vantaggio che aveva ottenuto e che ora non le riesce più sufficiente?
Si trattasse di beneficare un numero di contribuenti maggiore sarebbe dovere di Quercianella di sacrificare le sue aspirazioni, ma siccome lo spostamento della stazione al di là del Chioma non reca un utile che a un esiguo numero di contribuenti mi sembra sia un assurdo economico e morale il concepire soltanto simile spostamento. E se poi - tutto può essere - questo esiguo numero di contribuenti si riducesse a zero allora la cosa diventerebbe anzichè assurda, ridicola. Quercianella oggi è di tutto il littorale da Antignano a Castiglioncello l’unico punto veramente abitato e che ingrandisce a vista d’occhio e che apre i suoi polmoni a più ampi respiri: è il punto dove logicamente, necessariamente, forzatamente deve essere fatta la stazione. Non vi devono essere dubbi, non vi devono essere incertezze. Più in qua più in là è Quercianella che ha il diritto di mantenere la sua stazione, non è un bosco qualsiasi o una bella scogliera deserta che può strappargliela per un sogno o per una vaga speranza. Anzi dirò di più; su la Costa Azzurra tutto è naturalmente azzurro fuor che i sogni, i quali per rispetto alla tradizione rimangono rosei... Ma vorrei che questi sogni si realizzassero al più presto possibile, per gridare a gran voce che la Toscana ha ritrovato finalmente il suo bel lembo di Paradiso.
Ma qualcosa si è fatto: l’ho detto; certi sogni oggi son realtà. E la realtà è Quercianella: la vita della Costa Azzurra è tutta lì, riunita, intensa, vibrante. Quercianella è nel cuore ed è il cuore della Costa sorprendente. Il paese è sorto intorno all’antica osteria e intorno alla nuova stazione - per ora fermata, ma per poco - e si estende lungo il mare in un dolce pendio, in una spianata spaziosa e in una vallecola gioconda dove biancheggiano gli olivi.
Distanti l’una dall’altra son nate semplici ed austere due chiese... Una che serve quasi di succursale alla cura di Montenero e l’altra uffiziata dai Minori Osservanti costruita in stile gotico su disegno di un modesto frate valente: Fra Bernardino da Gaiole. Sulla spianata dove scorrono parallele la via ferrata e quella provinciale son ville grandiose, dove, nell’estate, istituti di educazione di Firenze e di Siena inviano i loro giovanetti e le loro signorine per la cura dei bagni e a passare le vacanze. Son villini civettuoli, con le aiuole fiorite intorno come se fossero inghirlandati, e uno stabilimento balneario comodo, carino si adagia ai piedi della scogliera sopra una spiaggia incurvata, alla quale ritmicamente il mare dà l’assalto, assalto frenato da lunghe dighe che lo attanagliano e lo infiacchiscono.
Lo stabilimento coi camerini sulla spiaggia, all’uso ligure, ha delle comodità originali, attraenti, un parco inondato di fiori, dove trionfano a tu per tu col mare gerani e margherite; boschetti misteriosi di pini, di tamerici, di sapine, di lecci e di lillastri, che sono tanto folti da nascondere il cielo completamente e attraverso, per ogni senso, vialetti curati e ghiaiosi, popolati di panchine e di berceaux, che si spingono sui punti più prominenti della scogliera donde si possa abbracciare un orizzonte più largo. Dovunque piccole, graziose opere d’arte e refrigeranti ombre e, alle ombre scherzi di acqua e zampilli. Non so proprio che cosa rimanga da inventare per rendere più gradito un soggiorno così meravigliosamente leggiadro, così intensamente impregnato di azzurro, di pace, di dolcezza! Quercianella per quest’anno, non inventa più nulla, insiste e giustamente a volere la stazione come di diritto e come si merita. E poi, via, lasciamo andare, sarebbe ridicolo, pulcinellesco, vedere una stazione - badate bene: una stazione - climatica estiva ed invernale, riconosciuta dal Regio Ufficio di Meteorologia e Geodinamica di Roma con un osservatorio termo-udometrico senza la stazione ferroviaria. No? Vi pare? Mi direte: eppure ci sono delle stazioni che vivono benissimo anche senza essere stazioni... ferroviarie! E’ vero, ma si tratta delle stazioni della Via Crucis...
Giulio Bucciolini

(da “La Nazione” Giugno 1913)

Per la stazione di Quercianella

Ill.mo Sig. Conte
Cav. di Gran Croce Rosolino Orlando
Sindaco di Livorno
Abbiamo l’onore di rendere noto alla S. V. Ill.ma il seguente ordine del giorno, formulato oggi dal popolo di Quercianella:
“Gli abitanti di Quercianella, frazione del Comune di Livorno, veduta la pubblicazione comparsa nel “Corriere di Livorno” del 26 corrente sotto il titolo “La nuova stazione di Quercianella”,
- considerato come tale pubblicazione tenda a riaprire una questione che doveva e deve ritenersi esaurientemente discussa e decisa;
- considerato che ragioni tecniche lungamente vagliate ed evidenti, imprescindibili ragioni di giustizia dimostrano che la nuova stazione di Quercianella non può non sorgere che a brevissima distanza dall'attuale fermata;
- considerato che se è logico e doveroso sostenere i legittimi interessi di un popoloso villaggio, che ha raggiunto un magnifico sviluppo edilizio, e presso il quale fioriscono industrie e commerci importantissimi, non è altrettanto logico ed equo il preoccuparsi di una zona in cui l’edilizia è meno che all’inizio (Campolecciano n.d.r.) e nella quale non si trovano che poche decine di abitanti;
- considerato che il recente incremento dato alla stazione di Rosignano deve convincere coloro i quali abitano in provincia di Pisa, tra Chioma e Castiglioncello, che la stazione di Rosignano e Castiglioncello, abilitate ad ogni servizio, sono più che sufficienti alle loro necessità;
- considerato che nulla giustificherebbe la modificazione di un disegno che ormai ha ricevuto ogni sanzione superiore e che fu oggetto di lungo studio e di spassionato esame da parte di tecnici valentissimi;
- persuasi che quando una qualunque nuova minaccia, dopo quelle nei tempi passati vittoriosamente sfatate, dovesse affacciarsi all’orizzonte, occorrerebbe distruggerla con energia per risparmiare un ingiusto e gravissimo danno al paese di Quercianella, il quale, attraverso tempo non breve e con gravi sacrifici, ha saputo conquistare la floridezza attuale senza nulla chiedere fino a che non si è sentita, per farlo, forte di indiscutibili diritti;
- persuasi che il danno di Quercianella sarebbe anche il danno della Provincia e del Comune di Livorno, già troppe volte sacrificati;
- fanno voti perchè le autorità amministrative provinciali e comunali, le autorità politiche e la Camera di commercio, con la loro abituale solerzia e sollecitudine intervengano per impedire, senza indugio, ogni e qualunque atto capace di ledere i legittimi interessi di Quercianella in particolare e di Livorno in generale.
Nel portare a conoscenza della S. V. Ill.ma quest’ordine del giorno, nulla crediamo occorra di aggiungere in quanto che conosciamo come ella sappia sostenere e proteggere le buone cause e tutelare gli interessi livornesi.

Con tutta osservanza”.

Angiolo Marchetti per sé e per G.B. Paolieri, dottor Baldacci, Lorenzo Fabbrini, Clotilde Mariotti, Giotto Bizzarrini, Antonio Lubrano, Eugenio Bagnoli, Rocchi Angelo, P. E. Gower, Baroncini Lubrano, Alberto Allori, Funaioli Giovanni, Lucarelli Luigi, Basetti Giuseppe, Cantini Ugo, Benedettini Omero, Pilade Turini, Bagnoli Giorgio, Matteucci Luigi, Isolina Boschetti, R. Roli; Eugenio Morais, Roberto Cabib, Michele Bagnoli, Porciani Francesco, Fraschetti Oreste, Paola Baroni, Sabatino Giuntoli, E. Lami, Barontini Vittorio, Ottaviano Lenzoni,Manlio Pepati, Ernesto Lubrano, G. Bizzarrini, L. Baroni, A. Bonichi, Tessieri Leopoldo (croce), Santini Natale, Petrucci Menotti, Benedettini Luigi, Barontini Goffredo, Maurizio Bombardini, Bagnoli Carlo, C. Lubrano, N. Fazzini, Leon Carmona, Ottavio Morais, Fraschetti Mario, Fosco Bartolozzi, Erminda Barontini, Molendi Torello, Aurelio Proietti, Giuseppe Porciani, Mortelli Raffaello, Antonio Garfagnoli, Alfredo Martinucci, Bartoli Angiolo, Calloni Renzo, Vittorio Cintolesi, Dante Tognoni, Innocenti Giuseppe, Marchetti Dionisio, Giuseppe Gelichi, Borifassi Mauro, Maselli Ernesto, Gelichi Felice, Antonio Fagiolini, Biondi Pilade, Pallini Maurizio, Pallini Carlo, Antonio Barbagelata, Evangelisti Orlando, Vittorio e famiglia Barontini, Morelli Angiolo, Albicocchi Alberto, Osvaldo Cintolesi, ; Giorgio Tya, Primo Spinelli, Margheri Emilio, Gaetano Porciani, Felice Petrarchi, F. Bartoletti.

Quercianella 27 giugno 1915

C’è della gente che non ha digerito ancora la decisione presa dalle autorità ferroviarie competenti di creare la stazione “definitiva” di Quercianella là dove la reclamano ragioni di opportunità, di giustizia, di necessità presenti e future: della gente, vogliamo dire, che non disarma e non si arrende all’evidenza della cosa giudicata e approvata per universale consenso, ma di tanto in tanto, quando meno se lo aspettano le autorità locali, cittadinanza e Govemo, tenta di riportar sul tappeto la quistione, prendendo quelle vie traverse che possono essere costituite ora dalla innocente visita di un Sottosegretario di Stato, ora dalla costruzione di una palazzina sul mare, gabellata per imponente risveglio edilizio di un’intera regione. E già la terza o quarta, o quinta volta, che si tenta di rimettere in discussione l’affare della stazione di Quercianella. E sempre noi siamo insorti a dimostrare che non era lecito a pochi proprietari di terreni o di fabbricati danneggiare tutta una collettività, per mettere in valore i propri possessi (vedi progetto Bellincioni n.d.r.):
E sempre noi abbiamo affermato il buon diritto degli abitanti di Quercianella di vedere la stazione sorgere in prossimità del paese, in territorio livornese, là dove la reclamano ragioni tecniche, di equità e di buon senso. Ora gli abitanti di Quercianella protestano contro una recente pubblicazione con l’ordine del giorno che qui sopra pubblichiamo.
Sappiamo che codesto ordine del giorno è stato preso in seria considerazione dalla Giunta Comunale, la quale ha deliberato di occuparsi subito della cosa, con la consueta solerzia. E sappiamo anche che il nostro illustre Sindaco ha rimesso copia dell’ordine del giorno stesso alla Deputazione Provinciale perchè anche quell’autorevole consesso cooperi a sventare la manovra nuovamente tentata ai danni di Livorno. Nessun dubbio che l’azione energica delle autorità competenti varrà a sventare ogni insidia. Sarebbe semplicemente ridicolo che la linea Livorno-Cecina, la quale è già costata tanti sudori, tante lotte, tante agitazioni, dovesse ora presentare questa strabiliante anormalità: che su un brevissimo tratto si avrebbero tre stazioni: quella di Rosignano, quella di Castiglioncello e quella di... Campolecciano, una appiccicata all’altra, e tutte e tre situate in modo da favorire soltanto Castiglioncello e i proprietari dei terreni vicini: mentre Quercianella, la bellissima stazione climatica e balneare a cui è riservato così brillante avvenire, Quercianella, che è già un paese, denso di abitazioni e non... di progetti (vedi Bellincioni n.d.r..), dovrebbe rimanere praticamente senza stazione, visto che la sua la trasporterebbero lontano. Perché la verità è questa e indistruttibile: Quercianella esiste già! Ha numerosi abitanti, un presente floridissimo, un avvenire radioso. Più in là, per ora, c’è il deserto, o quasi. Ora allontanare la stazione dal paese, per costruirla nel deserto, può essere utile, anzi, sarebbe utile certamente a chi ha terreni da vendere o palazzette da fabbricare: ma sarebbe di un danno enorme per tutto un paese già costruito, già abitato, già fiorente, il cui avvenire verrebbe inesorabilmente stroncato dall’ isolamento in cui sarebbe ripiombato. Ora non è, assolutamente possibile che il vantaggio di pochi speculatori si sovrapponga al pubblico interesse. Dove c’è il vantaggio della collettività, dove ci sono le ragioni di giustizia, di opportunità, di utilità pubblica, debbono tacere le aspirazioni dei privati che cercano soltanto il loro personale guadagno. Noi uniamo la nostra voce a quella degli abitanti di Quercianella e a quella delle autorità locali, nella protesta contro il nuovo tentativo di rimettere sul tappeto una questione giudicata. E auguriamo che, finalmente, coloro che dovrebbero farlo, intendano il loro dovere di rassegnarsi, a far tacere ingorde aspirazioni di personale vantaggio, là dove è in giuoco, con l’avvenire di un paese, il bene di un’intera provincia: la nostra!
(da “Il Corriere di Livorno” Giugno 1915)
 
 
   
 
 
 
 
 
 
 

LA ILLUMINAZIONE ELETTRICA della Stazione di Quercianella

Finalmente i quercianellesi vedono appagato un loro giusto desiderio, grazie alle autorevoli premure dell’onorevole comm. ingegnere Guido Donegani, che fu interessato all’uopo dal comm. prof. Giotto Bizzarrini. La Stazione ferroviaria di Quercianella sarà tra breve illuminata a luce elettrica. L’onorevole Donegani ne ha dato notizia al comm. Bizzarrini col seguente telegramma:
“Lieto comunicarti fornitura energia per illuminare Stazione Quercianella approvata dalla Direzione Generale Ferrovie. Preparazione materiali in corso. Lavori inizierannosi fine mese. DONEGANI ”.
Di questo provvedimento si deve essere grati all’onorevole Donegani che tanto ha preso a cuore la magnifica stazione climatica e balneare così cara ai livornesi e tanto apprezzata anche fuori di Livorno, ed al comm. Bizzarrini che con ripetute e bene intese iniziative cerca di giovare a Quercianella
(da “Il Telegrafo” del 12 settembre 1921)