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Per la stazione di Quercianella
Ill.mo Sig. Conte
Cav. di Gran Croce Rosolino Orlando
Sindaco di Livorno
Abbiamo l’onore di rendere noto alla S. V. Ill.ma il seguente ordine del giorno, formulato oggi dal popolo di Quercianella:
“Gli abitanti di Quercianella, frazione del Comune di Livorno, veduta la pubblicazione comparsa nel “Corriere di Livorno” del 26 corrente sotto il titolo “La nuova stazione di Quercianella”,
- considerato come tale pubblicazione tenda a riaprire una questione che doveva e deve ritenersi esaurientemente discussa e decisa;
- considerato che ragioni tecniche lungamente vagliate ed evidenti, imprescindibili ragioni di giustizia dimostrano che la nuova stazione di Quercianella non può non sorgere che a brevissima distanza dall'attuale fermata;
- considerato che se è logico e doveroso sostenere i legittimi interessi di un popoloso villaggio, che ha raggiunto un magnifico sviluppo edilizio, e presso il quale fioriscono industrie e commerci importantissimi, non è altrettanto logico ed equo il preoccuparsi di una zona in cui l’edilizia è meno che all’inizio (Campolecciano n.d.r.) e nella quale non si trovano che poche decine di abitanti;
- considerato che il recente incremento dato alla stazione di Rosignano deve convincere coloro i quali abitano in provincia di Pisa, tra Chioma e Castiglioncello, che la stazione di Rosignano e Castiglioncello, abilitate ad ogni servizio, sono più che sufficienti alle loro necessità;
- considerato che nulla giustificherebbe la modificazione di un disegno che ormai ha ricevuto ogni sanzione superiore e che fu oggetto di lungo studio e di spassionato esame da parte di tecnici valentissimi;
- persuasi che quando una qualunque nuova minaccia, dopo quelle nei tempi passati vittoriosamente sfatate, dovesse affacciarsi all’orizzonte, occorrerebbe distruggerla con energia per risparmiare un ingiusto e gravissimo danno al paese di Quercianella, il quale, attraverso tempo non breve e con gravi sacrifici, ha saputo conquistare la floridezza attuale senza nulla chiedere fino a che non si è sentita, per farlo, forte di indiscutibili diritti;
- persuasi che il danno di Quercianella sarebbe anche il danno della Provincia e del Comune di Livorno, già troppe volte sacrificati;
- fanno voti perchè le autorità amministrative provinciali e comunali, le autorità politiche e la Camera di commercio, con la loro abituale solerzia e sollecitudine intervengano per impedire, senza indugio, ogni e qualunque atto capace di ledere i legittimi interessi di Quercianella in particolare e di Livorno in generale.
Nel portare a conoscenza della S. V. Ill.ma quest’ordine del giorno, nulla crediamo occorra di aggiungere in quanto che conosciamo come ella sappia sostenere e proteggere le buone cause e tutelare gli interessi livornesi.
Con tutta osservanza”.
Angiolo Marchetti per sé e per G.B. Paolieri, dottor Baldacci, Lorenzo Fabbrini, Clotilde Mariotti, Giotto Bizzarrini, Antonio Lubrano, Eugenio Bagnoli, Rocchi Angelo, P. E. Gower, Baroncini Lubrano, Alberto Allori, Funaioli Giovanni, Lucarelli Luigi, Basetti Giuseppe, Cantini Ugo, Benedettini Omero, Pilade Turini, Bagnoli Giorgio, Matteucci Luigi, Isolina Boschetti, R. Roli; Eugenio Morais, Roberto Cabib, Michele Bagnoli, Porciani Francesco, Fraschetti Oreste, Paola Baroni, Sabatino Giuntoli, E. Lami, Barontini Vittorio, Ottaviano Lenzoni,Manlio Pepati, Ernesto Lubrano, G. Bizzarrini, L. Baroni, A. Bonichi, Tessieri Leopoldo (croce), Santini Natale, Petrucci Menotti, Benedettini Luigi, Barontini Goffredo, Maurizio Bombardini, Bagnoli Carlo, C. Lubrano, N. Fazzini, Leon Carmona, Ottavio Morais, Fraschetti Mario, Fosco Bartolozzi, Erminda Barontini, Molendi Torello, Aurelio Proietti, Giuseppe Porciani, Mortelli Raffaello, Antonio Garfagnoli, Alfredo Martinucci, Bartoli Angiolo, Calloni Renzo, Vittorio Cintolesi, Dante Tognoni, Innocenti Giuseppe, Marchetti Dionisio, Giuseppe Gelichi, Borifassi Mauro, Maselli Ernesto, Gelichi Felice, Antonio Fagiolini, Biondi Pilade, Pallini Maurizio, Pallini Carlo, Antonio Barbagelata, Evangelisti Orlando, Vittorio e famiglia Barontini, Morelli Angiolo, Albicocchi Alberto, Osvaldo Cintolesi, ; Giorgio Tya, Primo Spinelli, Margheri Emilio, Gaetano Porciani, Felice Petrarchi, F. Bartoletti.
Quercianella 27 giugno 1915
C’è della gente che non ha digerito ancora la decisione presa dalle autorità ferroviarie competenti di creare la stazione “definitiva” di Quercianella là dove la reclamano ragioni di opportunità, di giustizia, di necessità presenti e future: della gente, vogliamo dire, che non disarma e non si arrende all’evidenza della cosa giudicata e approvata per universale consenso, ma di tanto in tanto, quando meno se lo aspettano le autorità locali, cittadinanza e Govemo, tenta di riportar sul tappeto la quistione, prendendo quelle vie traverse che possono essere costituite ora dalla innocente visita di un Sottosegretario di Stato, ora dalla costruzione di una palazzina sul mare, gabellata per imponente risveglio edilizio di un’intera regione. E già la terza o quarta, o quinta volta, che si tenta di rimettere in discussione l’affare della stazione di Quercianella. E sempre noi siamo insorti a dimostrare che non era lecito a pochi proprietari di terreni o di fabbricati danneggiare tutta una collettività, per mettere in valore i propri possessi (vedi progetto Bellincioni n.d.r.):
E sempre noi abbiamo affermato il buon diritto degli abitanti di Quercianella di vedere la stazione sorgere in prossimità del paese, in territorio livornese, là dove la reclamano ragioni tecniche, di equità e di buon senso. Ora gli abitanti di Quercianella protestano contro una recente pubblicazione con l’ordine del giorno che qui sopra pubblichiamo.
Sappiamo che codesto ordine del giorno è stato preso in seria considerazione dalla Giunta Comunale, la quale ha deliberato di occuparsi subito della cosa, con la consueta solerzia. E sappiamo anche che il nostro illustre Sindaco ha rimesso copia dell’ordine del giorno stesso alla Deputazione Provinciale perchè anche quell’autorevole consesso cooperi a sventare la manovra nuovamente tentata ai danni di Livorno. Nessun dubbio che l’azione energica delle autorità competenti varrà a sventare ogni insidia. Sarebbe semplicemente ridicolo che la linea Livorno-Cecina, la quale è già costata tanti sudori, tante lotte, tante agitazioni, dovesse ora presentare questa strabiliante anormalità: che su un brevissimo tratto si avrebbero tre stazioni: quella di Rosignano, quella di Castiglioncello e quella di... Campolecciano, una appiccicata all’altra, e tutte e tre situate in modo da favorire soltanto Castiglioncello e i proprietari dei terreni vicini: mentre Quercianella, la bellissima stazione climatica e balneare a cui è riservato così brillante avvenire, Quercianella, che è già un paese, denso di abitazioni e non... di progetti (vedi Bellincioni n.d.r..), dovrebbe rimanere praticamente senza stazione, visto che la sua la trasporterebbero lontano. Perché la verità è questa e indistruttibile: Quercianella esiste già! Ha numerosi abitanti, un presente floridissimo, un avvenire radioso. Più in là, per ora, c’è il deserto, o quasi. Ora allontanare la stazione dal paese, per costruirla nel deserto, può essere utile, anzi, sarebbe utile certamente a chi ha terreni da vendere o palazzette da fabbricare: ma sarebbe di un danno enorme per tutto un paese già costruito, già abitato, già fiorente, il cui avvenire verrebbe inesorabilmente stroncato dall’ isolamento in cui sarebbe ripiombato. Ora non è, assolutamente possibile che il vantaggio di pochi speculatori si sovrapponga al pubblico interesse. Dove c’è il vantaggio della collettività, dove ci sono le ragioni di giustizia, di opportunità, di utilità pubblica, debbono tacere le aspirazioni dei privati che cercano soltanto il loro personale guadagno. Noi uniamo la nostra voce a quella degli abitanti di Quercianella e a quella delle autorità locali, nella protesta contro il nuovo tentativo di rimettere sul tappeto una questione giudicata. E auguriamo che, finalmente, coloro che dovrebbero farlo, intendano il loro dovere di rassegnarsi, a far tacere ingorde aspirazioni di personale vantaggio, là dove è in giuoco, con l’avvenire di un paese, il bene di un’intera provincia: la nostra!
(da “Il Corriere di Livorno” Giugno 1915)
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